Si tratta della prima biografia sulla principessa Costanza del Carretto Doria,
vissuta a Genova e morta a Napoli nel 1591, nipote del celebre ammiraglio
Andrea Doria.
Personaggio poco conosciuto nel panorama storico italiano, Costanza rappresentò un’eccezione a tante nobildonne dell’epoca inclini a sperperare denaro e a circondarsi di fasti e splendori pur di esprimere la grandezza della loro casata.
Costanza, all’opposto, fu donna dalla raffinata cultura, radicata nelle tradizioni della Napoli borbonica del Cinquecento ma allo stesso tempo intraprendente, perspicace e dinamica nell’amministrare e far fruttificare il suo consistente patrimonio, dimostrazione quest’ultima della sua intrinseca appartenenza a quella stirpe di nobili genovesi economicamente oculati e parsimoniosi.
Ma Costanza fu anche donna proiettata all’assistenza ai più bisognosi, alla cura dell’anima e del corpo e al riscatto di tutti coloro che vivevano una vita di disperazione e di stenti. Il suo donare in modo profuso i suoi beni, non fu un’ostentazione ma un vivere in simbiosi, in empatia con quella città bella e problematica com’era, e come è tuttora, Napoli.
Nel destino della principessa Costanza emergono, dunque, due grandi città: Genova e Napoli, lontane e diverse ma allo stesso tempo vicine e complementari, dalle quali Costanza seppe trarre due importanti insegnamenti divenuti pilastri della sua personalità umana e spirituale: l’intraprendenza economica e la filantropia.
Ecco, allora, come nord e sud diventano nel destino di una donna dell’epoca, l’uno il complemento dell’altro; in lei le caratteristiche, gli atteggiamenti di vita, di pensiero e di costume assimilati durante i soggiorni nelle due città, si fondono per creare una personalità unica, ricca, completa e armonica.
La lettura di questo saggio storico permette idealmente di affrontare un viaggio nel tempo, passando per castelli e dimore nobiliari, visitando chiese e palazzi, attraversando il nord Italia dalle colline del Monferrato e delle Langhe a Genova e poi dritto fino a Napoli, dove i Borboni posero dimora ed imposero la loro politica assolutistica, un secolo prima di Luigi XIV.
Personaggio poco conosciuto nel panorama storico italiano, Costanza rappresentò un’eccezione a tante nobildonne dell’epoca inclini a sperperare denaro e a circondarsi di fasti e splendori pur di esprimere la grandezza della loro casata.
Costanza, all’opposto, fu donna dalla raffinata cultura, radicata nelle tradizioni della Napoli borbonica del Cinquecento ma allo stesso tempo intraprendente, perspicace e dinamica nell’amministrare e far fruttificare il suo consistente patrimonio, dimostrazione quest’ultima della sua intrinseca appartenenza a quella stirpe di nobili genovesi economicamente oculati e parsimoniosi.
Ma Costanza fu anche donna proiettata all’assistenza ai più bisognosi, alla cura dell’anima e del corpo e al riscatto di tutti coloro che vivevano una vita di disperazione e di stenti. Il suo donare in modo profuso i suoi beni, non fu un’ostentazione ma un vivere in simbiosi, in empatia con quella città bella e problematica com’era, e come è tuttora, Napoli.
Nel destino della principessa Costanza emergono, dunque, due grandi città: Genova e Napoli, lontane e diverse ma allo stesso tempo vicine e complementari, dalle quali Costanza seppe trarre due importanti insegnamenti divenuti pilastri della sua personalità umana e spirituale: l’intraprendenza economica e la filantropia.
Ecco, allora, come nord e sud diventano nel destino di una donna dell’epoca, l’uno il complemento dell’altro; in lei le caratteristiche, gli atteggiamenti di vita, di pensiero e di costume assimilati durante i soggiorni nelle due città, si fondono per creare una personalità unica, ricca, completa e armonica.
La lettura di questo saggio storico permette idealmente di affrontare un viaggio nel tempo, passando per castelli e dimore nobiliari, visitando chiese e palazzi, attraversando il nord Italia dalle colline del Monferrato e delle Langhe a Genova e poi dritto fino a Napoli, dove i Borboni posero dimora ed imposero la loro politica assolutistica, un secolo prima di Luigi XIV.
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